Venezia in coturno
Lodovico Dolce tragediografo (1543-1557)
Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
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SINTESI
E se Lodovico Dolce, «operaio della letteratura» (Dionisotti), «scrittore spiccio e approssimativo» (ancora Dionisotti), «coglione» (come usava chiamarlo in privato, poco elegantemente, Santorre Debenedetti), fosse il più grande poeta tragico del Cinquecento italiano? Questa è la provocazione che il libro propone. Beninteso, non si intende revocare in dubbio la funzione detenuta, a diverso titolo, da Trissino, Rucellai, Alamanni, Giraldi, Speroni, Aretino, Tasso, Groto, Torelli, ma aggiornare alcune coordinate critiche inerenti al corpus coturnato del letterato veneziano: quali sono le sue vere fonti antiche e moderne? Quali le sue strategie costruttive? Quale il grado di originalità della sua invenzione? Lodovico Dolce è stato non solo un decisivo mediatore di forme e strutture tragiche classicistiche all’interno del Manierismo, ma anche un autonomo poeta tragico, in grado di elaborare una equilibrata, decorosa e significativa proposta di teatro serio.
pagine: | 336 |
formato: | 17 x 24 |
ISBN: | 978-88-548-4464-3 |
data pubblicazione: | Dicembre 2011 |
marchio editoriale: | Aracne |

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