L’esperienza dell’impuro

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Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
     
SINTESI
Purezza/contaminazione, ordine/avventura, armonia/dissonanza. Su queste coppie antinomiche, ovvero sulla difficoltà di aderire fino in fondo a uno solo dei due termini della coppia — laddove il primo termine è sinonimo di rigore metodologico e obbedienza ai canoni formali, mentre il secondo rappresenta la tensione sperimentale, la seduzione dell’“impuro”, del caos, dell’errore… — si fonda la prassi (e la teoresi) poetica di quattro autori fondamentali del Novecento italiano ed europeo: Paul Valéry, Giuseppe Ungaretti, Leonardo Sinisgalli, Primo Levi. Ma se Valéry e Ungaretti, pur avvertendone il richiamo allettante, sono riusciti a tenere a bada il “demone dell’impurità” — facendo ricorso, il primo, a modelli matematici, il secondo, alle forme misurate della tradizione lirica alta — i due “centauri” Sinisgalli e Levi (metà scienziati, metà scrittori) non hanno esitato a riconoscere, sul piano della teoria e dell’invenzione letteraria, l’eccezionale fecondità delle esperienze “contaminate”, delle “divine impurità”.Alessandra Ottieri è docente a contratto presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Si è occupata delle avanguardie (Fillia, un percorso futurista. Da “Dinamite” al “Jazz-Band”, Dante & Descartes, 1999), ha pubblicato studi su Sinisgalli (I numeri, le parole. Sul “Furor mathematicus” di Leonardo Sinisgalli, Franco Angeli, 2002) e su altri autori del Novecento (Caproni, Levi). Ha curato alcuni numeri speciali della rivista «Sinestesie», della quale è caporedattore.
pagine: 156
formato: 17 x 24
ISBN: 978-88-548-0876-8
data pubblicazione: Novembre 2006
marchio editoriale: Aracne
SINTESI
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