Eclissi o tramonto del pensiero critico?

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Area 14 – Scienze politiche e sociali
     
SINTESI
Ciò che di più importante si è ereditato dal secolo dei Lumi è l’esercizio critico della ragione, esercizio che al pari di tutte le facoltà umane, se non allenato e quotidianamente usato, tende ad atrofizzarsi. Questa facoltà deve essere maieuticamente aiutata a crescere altrimenti rischia di non fare la propria comparsa nell’individuo, rimanendo solo in potenza. I mass media hanno una grande responsabilità in questo, essendo i principali agenti di socializzazione e i principali produttori di significati condivisi che la società umana abbia mai conosciuto. Agiscono a livello cognitivo, fornendo non solo il panorama da osservare ma spesso anche gli occhiali con i quali guardarlo: in altri termini forniscono sistemi e processi sociali di conoscenza. I media di massa, per loro stessa natura, non coltivano il pensiero critico. Una nota di speranza può venire allora dalle nuove tecnologie. La comparsa dei new media, con la loro dimensione di interattività, non solo cambia lo scenario mediatico, ma connota in termini diversi l’aspetto cognitivo.Massimo Ragnedda (1976), giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Teorie e pratiche della comunicazione e dell’interculturalità, è cultore della materia Sociologia delle comunicazioni di massa presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari. Oltre a diversi articoli, ha pubblicato un saggio sull’uso dei mass media durante la guerra (Warshow: la guerra mediatica, Firenze, 2002) e un saggio inchiesta sull’11 settembre (Il Sacrificio, Milano, 2004). Ha inoltre fondato e dirige il sito di informazione e approfondimento www.criticalpoint.it.
pagine: 160
formato: 17 x 24
ISBN: 978-88-548-0516-3
data pubblicazione: Aprile 2006
marchio editoriale: Aracne
SINTESI
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