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Vittorio DE FEO
Sapienza Università di Roma

Vittorio De Feo (Napoli, 1928 – Roma, 2002) è stato un architetto e insegnante italiano.
Consegue la laurea in architettura nel 1955 e dal 1956 insegna a Roma, diventando poi professore incaricato di Composizione Architettonica allo IUAV di Venezia e successivamente insegna la stessa materia a La Sapienza e alla Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Tor Vergata di cui è anche uno dei fondatori.
Accanto al lavoro progettuale ha diretto e coordinato numerose ricerche finanziate da M.P.I. e dal C.N.R. su temi di composizione architettonica e storia dell’architettura ed è stato accademico nazionale di San Luca. I suoi progetti e le opere sono stati pubblicati da riviste internazionali e compaiono su testi di storia dell’architettura. Sempre presente nel dibattito architettonico nazionale e internazionale come testimoniano gli scritti, le conferenze e la presenza in mostre allestite dalla Biennale di Venezia e dalla Triennale di Milano.
Fu uno degli architetti che i critici Francesco Dal Co e Mario Manieri Elia definirono come la generazione dell'incertezza: un incontro tra la continuità dei maestri del dopoguerra e la rottura del loro linguaggio.
Consegue la laurea in architettura nel 1955 e dal 1956 insegna a Roma, diventando poi professore incaricato di Composizione Architettonica allo IUAV di Venezia e successivamente insegna la stessa materia a La Sapienza e alla Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Tor Vergata di cui è anche uno dei fondatori.
Accanto al lavoro progettuale ha diretto e coordinato numerose ricerche finanziate da M.P.I. e dal C.N.R. su temi di composizione architettonica e storia dell’architettura ed è stato accademico nazionale di San Luca. I suoi progetti e le opere sono stati pubblicati da riviste internazionali e compaiono su testi di storia dell’architettura. Sempre presente nel dibattito architettonico nazionale e internazionale come testimoniano gli scritti, le conferenze e la presenza in mostre allestite dalla Biennale di Venezia e dalla Triennale di Milano.
Fu uno degli architetti che i critici Francesco Dal Co e Mario Manieri Elia definirono come la generazione dell'incertezza: un incontro tra la continuità dei maestri del dopoguerra e la rottura del loro linguaggio.
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